Matteo Salvini grida al complotto per giustificare la crisi di governo e chiede il voto immediato. Continua la trattativa tra M5S e Pd.
Crisi di governo, Matteo Salvini non molla e si aggrappa al voto immediato, tra ottobre e novembre. Il leader delle Lega ha iniziato l’effetto domino facendo sapere a Conte di voler andare alle urne e presentando una mozione di sfiducia. Ma a via Bellerio non hanno fatto i conti con l’asse M5S-Pd emersa chiaramente in Senato in occasione della definizione del calendario, quando è stata bocciata la votazione della mozione leghista contro il premier.
Crisi di governo, Matteo Salvini vuole il voto immediato e scarica le colpe su Conte e il Movimento 5 Stelle
La strategia della Lega è chiara. Scaricare su Conte e sul Movimento 5 Stelle le responsabilità della crisi e strappare a Mattarella il via libera per le elezioni nel minor tempo possibile. Una via ancora probabile a meno che non dovesse concretizzarsi l’alleanza giallo-rossa.
Le Lega si appella alle piazze e agli alleati di Centrodestra
Salvini cavalca l’onda del complotto e spera di mobilitare le piazze per spingere il Colle a indire nuove elezioni. Il leader del Carroccio corre il rischio di perdere tutto. Se non si andasse al voto rischierebbe di passare tre anni circa all’opposizione. Un lasso di tempo lontano dalle luci dei riflettori durante il quale l’effetto Lega potrebbe scomparire e il Capitano potrebbe essere costretto a rintanarsi nel fortino del Nord, dove tutto è nato.
Lo spettro di un governo M5S-Pd
Anche nel giorno 2 della crisi, quello successivo alle dimissioni di Giuseppe Conte, la Lega, insieme con gli alleati del Centrodestra, continua a chiedere il voto subito iniziando un pressing asfissiante sul Colle nella speranza di far deragliare l’alleanza Pd-M5S.